FAQ

Se avete quesiti specifici da rivolgere inviateci una mail,  i quesiti più interessanti contribuiranno a migliorare questa sezione.

1) Le informazioni della banca dati IFFI sono vincolanti per la stesura del quadro conoscitivo di un nuovo piano strutturale o per l’aggiornamento di quelli esistenti?

No. I dati IFFI esistenti sono per definizione in costante aggiornamento e pertanto ogni informazione che presenti un livello di approfondimento superiore a quello disponibile può determinare variazioni più o meno importanti alla banca dati IFFI esistente. Al progredire dell’aggiornamento dell’IFFI, e quindi del PAI, il livello di approfondimento dovrà essere sempre maggiore e quindi i vincoli di quadro conoscitivo saranno più stringenti.

2) Un dissesto, o una specifica informazione relativa ad un dissesto, presente nella banca dati IFFI ma senza corrispondenza nel PAI ha un valore formale?

No. I dati IFFI sono la base conoscitiva del PAI ma non hanno valore formale in assenza di una corrispondenza con esso. Per gli aspetti formali, ovvero per ciò che ha un valore dal punto di vista normativo,  viene applicato il principio della partecipazione del cittadino al procedimento amministrativo:  a tal fine ha valore solo il procedimento di aggiornamento del PAI secondo la normativa vigente.

3) Si può verificare il caso che l’approfondimento conoscitivo di un determinato territorio porti  ad un estesa modifica delle relative informazioni archiviate nella banca dati IFFI?

Si. Ampia parte delle informazioni IFFI derivano da fotointerpretazione delle caratteristiche geomorfologiche del territorio. Tale attività è di per sè soggettiva ed è influenzata da numerose variabili indipendenti dalle capacità dell’osservatore (scala di ripresa, copertura vegetale, stagione del volo, etc.). In particolare le evidenze dello stato di attività dei dissesti sono soggette ad un ampia variabilità nell’interpretazione, anche nel caso di rilievi diretti di campagna.

4) In presenza di dati da satellite con evidenze di movimento, il dissesto franoso è da intendersi comunque attivo?

No. In assenza di riscontri nelle caratteristiche geomorfologiche dell’area o negli indicatori strutturali dei manufatti il movimento registrato dal dato satellitale può essere attribuito a movimenti  non associati a dissesti gravitativi.

5) Qual’è il criterio principale per distinguere tra dissesti superficiali (DS) e franosità diffusa (F)?

L’IFFI nel bacino dell’Arno ha una valenza fondamentalmente operativa finalizzata alla stima della pericolosità, pertanto la valutazione dei caratteri geomorfologici deve essere fatta sulla base della frequenza dell’evento e sulla sua intensità, ovvero sul livello di pericolosità. I termini dissesti superficiali e franosità diffusa indicano, nei fatti, due livelli di pericolosità di forme geneticamente simili, in cui il livello più alto è occupato dalla franosità diffusa.

6) Le informazioni della banca dati “Frane e Coperture” della Regione Toscana e quelle dell’IFFI possono essere diverse?

Si. I due progetti dialogano tra loro tuttavia le fonti di informazione, il procedimento di aggiornamento e l’oggetto della banca dati e sono parzialmente diversi. Lo scambio di informazioni favorisce una convergenza delle informazioni che comunque presenteranno differenze sia nella geografia che negli attributi.

7) Le informazioni geomorfologiche del CARG sono recepite nella banca dati IFFI?

Le informazioni del CARG sono sempre considerate come informazioni di riferimento nel procedimento di aggiornamento dell’IFFI, tuttavia quando il livello conoscitivo proposto risulta più approfondito del CARG, o quando si rilevano nuove informazioni utili, la banca dati IFFI può differire dal CARG. Si deve sempre ricordare che la metodologia applicativa dell’IFFI prevede un approccio di prima approssimazione di tipo geomorfologico-morfometrico, in cui le forme riconducibili a processi gravitativi, in assenza di ulteriori evidenze contrarie,  sono trattate come tali, tale criterio tende a favorire il riconoscimento di forme non cartografabili in base ai criteri CARG.

8) Un privato cittadino o un ente pubblico può rivolgersi all’Autorità di bacino per avere supporto nei procedimenti connessi al rilevamento dei dissesti franosi e alla definzione della pericolosità?

Si. Oltre al portale che state consultando l’utente, sia esso un comune cittadino che un ente pubblico, può avvalersi di quanto previsto all’art.35 delle norme di attuazione del PAI chiedendo supporto all’Autorità. La richiesta può essere formale (e in questo caso è utile un fac-simile da inviare via PEC), ma può essere anche un confronto con i referenti dell’IFFI nell’ambito dei normali doveri d’ufficio. Il livello del supporto fornito dipende dalle risorse umane e materiali disponibili anche in relazione alla problematica da affrontare.

9) L’area a pericolosità può coincidere con l’area interessata dal dissesto franoso? ovvero posso evitare di applicare il “buffering” alle aree interessate dal dissesto?

Si. In base ad opportune motivazioni l’area a pericolosità può coincidere con l’area interessata dal dissesto franoso. Ad esempio la coincidenza può essere la regola nel caso di forme di dissesto dalla delimitazione dubbia, come le aree a franosità diffusa,  se viene applicato un criterio generale di cautela nella delimitazione delle aree in dissesto. La coincidenza tra pericolosità e forma dovrà essere invece l’eccezione nel caso di forme come frane di colamento o scivolamento, in questo caso i limiti delle aree a pericolosità saranno generalmente più ampi (anche in misura sensibile) in base alle condizioni geomorfologiche del sito.  In ogni caso le scelte devono essere accompagnate da esplicite motivazioni su base geomorfologica.

Il progetto IFFI nel bacino del fiume Arno