Presentato lo stato della risorsa idrica nel bacino

Serve subito una politica di piccoli invasi distribuiti sul territorio dell’Arno

Un autunno anomalo per le poche piogge cadute su tutto il bacino dell’Arno e il lago di Bilancino mezzo vuoto hanno caratterizzato la presentazione sullo stato delle risorse idriche illustrato oggi dal Segretario dell’Autorità di Bacino dell’Arno Gaia Checcucci e dal Presidente di Publiacqua Erasmo D’Angelis.
Gaia Checcucci ha ricordato come "Il bacino dell’Arno stia vivendo la più grande siccità degli ultimi 60 anni, confermando di essere ai minimi storici con Bilancino, l’invaso del Mugello che permette di dare l’acqua a Firenze, all’area metropolitana, a Prato, Pistoia, giunto ormai a meno della metà del volume di acqua. Abbiamo affrontato l’estate – ha continuato Checcucci - con un invaso pieno di acqua che ci ha permesso di fronteggiare la scarsità di pioggia.
Questa è la riprova che opere come Bilancino sono fondamentali per la popolazione. Serve una politica di piccoli invasi distribuiti sul territorio, a partire dalle zone in sofferenza come il Chianti. Servono queste opere infrastrutturali e servono subito". Le opere come il lago del Mugello e la gestione della risorsa, garantita dall’Autorità di bacino, hanno permesso di far fronte alla più grande siccità degli ultimi decenni, contrariamente, dove non esistono opere infrastrutturali, si dimostra ancora una volta che la garanzia dell’approvvigionamento è purtroppo subordinata all’andamento climatico.
"La straordinaria siccità di quest’anno – ha ricordato Erasmo D’Angelis - ha confermato l’importanza strategica di Bilancino e la lungimiranza della classe dirigente che negli anni Settanta e Ottanta ha messo in cantiere un’opera senza la quale noi saremmo al disastro e l’Arno sarebbe stato ridotto a un rigagnolo. Oggi serve quella capacità di realizzazione, vanno creati altri "piccoli Bilancino", nuove infrastrutture in altre zone, dalla diga di Gello a Pistoia ai due invasi nel Chianti sulla Pesa e la Greve e sul Bisenzio pratese. Possiamo mettere in sicurezza anche le zone collinari e montane con riserve idriche fondamentali per ogni emergenza. I cambiamenti climatici, ormai sotto gli occhi di tutti, rendono questi passaggi ancora più urgenti. In Toscana negli ultimi dieci anni sono piovuti ogni anno in media circa 20 miliardi di metri cubi di acqua. Il fabbisogno regionale è intorno ad 1 miliardo. C’è tanta pioggia da catturare e conservare per periodi come questo".

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