Specifiche tecniche proposte modifiche ed integrazione banca dati PAI

Le specifiche qui riportate valgono per tutti i procedimenti di modifica ed integrazione del PAI del bacino del fiume Arno (artt. 27 e 32 Norme Tecniche di Attuazione) e degli ex bacini regionali toscani (art. 13, 14, 24 e 25 Norme di Piano).

Il processo tecnico di modifica ed integrazione della banca dati PAI (“adeguamento al PAI”) è concettualmente semplice ma richiede un importante impegno di risorse umane e informatiche legato ai numerosi procedimenti in essere, è pertanto fondamentale rispettare alcune minime specifiche tecniche che discendono dall’applicazione operativa dell’allegato 2 del PAI Arno. Nel caso tali specifiche minime non siano sostanzialmente rispettate ne consegue la sospensione formale del procedimento di modifica ed integrazione. Si ricorda che il PAI è una banca dati geografica informatizzata e non una cartografia informatizzata, questa infatti è un derivato della banca dati geografica.

Modalità di trasmissione della richiesta di adeguamento e dei dati

Come specificato dalla normativa vigente (Dlgs 82/2005, art.47) la richiesta di adeguamento al PAI e i dati devono essere trasmessi esclusivamente per PEC all’indirizzo adbarno@postacert.toscana.it, è espressamente vietato la trasmissione di allegati tramite mezzi non telematici (cartacei, supporti informatici, etc.). Le banche dati e gli elaborati particolarmente voluminosi possono essere trasmessi tramite uso di servizi di condivisione web, curando di indicare l’indirizzo nella nota di trasmissione formale. La trasmissione degli elaborati può essere esplicitamente delegata dall’amministrazione ai professionisti delegati, questi cureranno l’invio tramite PEC.

Deve essere fatta la massima attenzione all’effettiva disponibilità del dato sui servizi web condivisi e alla sua durata. In particolare l’indirizzo web deve essere trasmesso anche in modalità tale da poter essere aperto tramite link diretto (tipicamente una mail semplice all’indirizzo segreteria@appenninosettentrionale.it o l.sulli@appenninosettentrionale.it),  la disponibilità del dato non può essere inferiore alla durata prevista per l’adeguamento al PAI, ovvero 90 giorni.

Requisiti tecnici minimi richiesti.

  1. Banche dati. Banche dati geografica vettoriale informatizzata della proposta di pericolosità geomorfologica e della geomorfologia. Dovrà essere prodotta una sola banca dati, o una sola classe di oggetti, per ogni componente vettoriale omegenea: ad esempio un solo shapefile per la pericolosità e, per la geomorfologia, uno per i poligoni, uno per le linee e uno per i punti.
  2. Formato. Per i dati geografici vettoriali (geometria e attributi) il formato aperto di riferimento è lo shapefile (raccomandato) o altro formato vettoriale GIS previsto dalla direttiva INSPIRE. Non sono ammessi altri formati come il CAD (formato ottimizzato per la rappresentazione cartografica e non per l’archiviazione di dati geografici). Nel caso siano trasmesse rappresentazioni cartografiche delle banche dati geografiche queste devono essere in PDF e la base cartografica deve essere la CTR regionale in  il formato raster TIFF distribuito dai servizi regionali, requisito a garanzia del corretto allestimento a stampa e della leggibilità.
  3. Scala e base cartografica di riferimento. Le banche dati dovranno essere coerenti con la cartografia tecnica regionale ufficiale disponibile nei servizi cartografici regionali che dovrà essere opportunamente indicata. La scala minima di rappresentazione non può essere inferiore a 1:10.000, la scala di rilevamento/tracciamento deve essere tale da garantire la corretta rappresentazione alla scala 1:10.000, generalmente non inferiore alla scala 1:5000.
  4. Sistema di riferimento. Sono ammessi i sistemi di riferimento proiettaiti (Projected CRS) in uso per la zona tirrenica d’Italia ovvero Monte Mario Italy 1 (EPSG 3003) e ETRS89 / UTM zone 32N (EPSG 25832). In generale si raccomanda l’uso del sistema EPSG3003.
  5. Regole topologiche. I poligoni dovranno rispettare regole topologiche di base, non sono ammesse sovrapposizioni per le aree a pericolosità e in generale non sono ammessi micropoligoni frutto di procedimenti di geoproccessing. La richiesta di una sola banca dati per classe di oggetto concorre ad una  corretta gestione della topologia. Si ricorda che il rispetto di minime regole topologiche è paragonabile al rispetto delle regole ortografiche in un testo.
  6. Metadato. Le banche dati dovranno essere documentate esplicitando in particolare il significato degli attributi geomorfologici, nel caso di utilizzo di codici alfanumerici è necessario che siano fornite specifiche tabelle di decodifica.
  7. Nota Tecnica. In una apposita nota tecnica deve essere esplicitata la metodologia applicata per la redazione della banca dati geomorfologica e della banca dati della pericolosità, metadato e altre specifiche testuali possono essere riportate in relazione.

Si ricorda che il mancato rispetto di tali requisiti minimi è presupposto per la sospensione formale del procedimento.

Requisiti metodologici

Per gli aspetti metodologici di definizione della pericolosità discendente dalle aree in dissesto da frana (e da altri processi gravitativi di versante) si rimanda per ogni dettaglio alla sezione web dedicata.

I principali requisiti sono:

  1. Analisi delle banche dati geomorfologiche pre-esistenti (IFFI, continuum regionale, etc.)
  2. Verifica delle evidenze da ortofoto per l’intervallo 1954-2016
  3. Verifica della geometria dei poligoni su base LIDAR se disponibile
  4. Applicazione puntuale del criterio di definizione dello stato di attività indicato nell’IFFI
  5. Evidenza delle verifiche di campagna secondo una densità sufficiente almeno per le aree a maggior rischio.

Tipicamente la verifica della medologia applicata richiede un certo sviluppo dell’attività struttoria e pertanto eventuali richieste di integrazioni o sospensione dei termini del procedimento possono essere indipendenti dalla verifica dei requisiti minimi sopra indicati.