Studio Obiettivo Arno
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Obiettivi dello Studio |
Il fiume è stato il grande protagonista di tutte le fasi della civilizzazione umana: fonte di
irrigazione, via di comunicazione, fonte di energia, luogo di lavoro e d’incontro. Ma nella
società contemporanea ha perso gran parte di questi ruoli scomparendo dalla vita dei
cittadini. Questo è avvenuto ovunque, in particolare nelle grandi città; non si va più al
fiume per giocare o per pescare.
Il recupero della cultura del fiume e del suo rapporto con il proprio territorio, la conoscenza
delle relazioni fra sviluppo e fiume, la memoria del fiume nelle sue popolazioni in
prospettiva di una fruibilità ambientalmente sostenibile sono concetti che vanno di pari
passo con la sua qualità ecosistemica.
Adottare una strategia di riqualificazione fluviale per un corso
d’acqua da un punto di vista ambientale può significare rinaturalizzarlo o portarlo ad un
nuovo stato giudicato "buono", così come indicato dalla Direttiva 2000/60, considerando il
tessuto antropico in cui l’ecosistema fluviale è inserito. Con questa nuova logica sarà
necessario intervenire anche nel bacino dell’Arno.
In parallelo, deve rimanere elevata l’attenzione sugli aspetti idrologici. Il regime del fiume
Arno è caratterizzato da forti variazioni di portata del corso d’acqua, in cui si registrano
periodi di "magra" molto spinti e "piene" talvolta rovinose.
Gli interventi strutturali e non strutturali per la mitigazione del rischio idraulico, danno inizio
ad una stagione importante per la Toscana, sia dal punto di vista territoriale che
economico.
Le opere strutturali, in particolare quelle di tipo puntuale (casse di espansione), nel loro
complesso avranno un impatto sull’ambiente e porteranno, in alcuni casi,
inevitabilmente profonde modifiche sulla fruizione del territorio e conseguenze di tipo
ecologico.
D’altra parte è auspicabile che questo frangente possa costituire anche l’occasione per
una forte azione di riqualificazione ambientale: in alcuni casi sarà possibile mantenere le
funzioni esistenti, se compatibili con l’inondazione periodica e se sono di qualità, in altri,
ad esempio, sarà possibile costituire nuovi ambienti umidi d’acqua dolce di elevato valore
naturalistico collegati attraverso reti ecologiche ai parchi fluviali esistenti o futuri. In questo
modo avremo applicata la doppia funzione di valorizzazione paesaggistica del territorio e di restituzione della pertinenza
fluviale che spesso è andata perduta.
Per una valutazione di tutti gli aspetti prima citati, e che riguardano l’ecosistema fluviale, la
fase di monitoraggio risulta fondamentale ai fini dell’individuazione delle fonti di
alterazione, per valutare il rispetto dei limiti imposti dalla legislazione vigente, per
individuare gli eventuali correttivi ed intraprendere strategie di riqualificazione.
Legambiente Toscana ha svolto controlli qualitativi sull’ambiente
fluviale utilizzando l’Indice di Funzionalità Fluviale (IFF) che si
pone l’obiettivo principale di valutare lo stato complessivo dell’ambiente fluviale e della sua
funzionalità, intesa come risultato della sinergia e dell’integrazione di un’importante serie
di fattori biotici ed abiotici presenti nell’ecosistema acquatico e in quello terrestre ad esso
collegato.
A supporto dell’Indice di Funzionalità Fluviale, in alcune stazioni specifiche, è
stato effettuato l’Indice Biotico Esteso (metodo I.B.E.), uno dei metodi più consolidati tra
quelli che basano il giudizio di qualità sul valore indicatore di alcuni taxa e
contemporaneamente sulla ricchezza complessiva di unità sistematiche della comunità dei
macroinvertebrati bentonici di acque superficiali.
Nello specifico sono stati monitorati circa 100 Km di fiume Arno (più del 40% della sua
lunghezza complessiva), comprendenti quei tratti di sponda fluviale dell’asta principale
interessati dalle opere strutturali volte alla riduzione del rischio idraulico. Il riferimento è a
quelle zone dove sono previste opere di tipo puntuale (casse d’espansione), contenute nel
Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) e programmate nella prima fase di interventi
nell’Accordo di Programma Integrativo del febbraio 2005 tra Ministero dell’Ambiente,
Regione Toscana e Autorità di Bacino dell’Arno.
Complessivamente l’indice di funzionalità fluviale ha messo in luce le criticità attuali
dell’ecosistema fluviale, i tratti di pregio, le zone da riqualificare.
In tutto il tratto indagato sono state valutate anche le discontinuità del corridoio ecologico
in senso trasversale e le interconnessioni tra le funzioni esistenti nel territorio circostante
al corso d’acqua e l’ambiente fluviale vero e proprio.
Lo studio può rappresentare uno strumento utile per la pianificazione territoriale delle
funzioni più compatibili e potrà anche eventualmente essere un contributo per gli Enti
attuatori e per i progettisti degli interventi strutturali per la mitigazione del rischio idraulico,
che dovranno agire con la logica del mantenimento della massima funzionalità possibile
dell’ecosistema fluviale, oppure in presenza di aree già degradate, intervenire con
l’obiettivo della riqualificazione.
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