Al via la cassa di espansione dei Piaggioni

«L’avvio dei lavori della cassa di espansione dei Piaggioni è un ulteriore passo avanti nella riduzione del rischio idraulico nel Valdarno inferiore e nel Comprensorio del cuoio» – ha commentato Gaia Checcucci, Segretario Generale dell’Autorità di bacino dell’Arno. L’opera presentata mercoledì 22 aprile 2009 al bacino remiero rientra nel sistema di difesa idraulica della Roffia e si trova in riva sinistra al fiume Arno, nel comune di San Miniato. La cassa è progettata per fronteggiare eventi eccezionali con tempi di ritorno da 30 a 200 anni. Per rendere l’idea, piene di severità compresa tra quella del 1992 e quella del 1966. L’intervento consente la raccolta di 8,5 milioni di metri cubi di acqua e interessa un territorio di circa 85 ettari. L’opera di presa è costituita da un canale sotterraneo di collegamento tra il fiume Arno e la cassa, lungo 40 metri, che attraversa il tratto arginale all’interno del quale sono collocate quattro paratoie mobili di regolazione, in grado di garantire la massima flessibilità di intervento in base all’onda di piena. «Lo sviluppo sicuro e sostenibile del territorio – ha aggiunto Checcucci – è per noi una priorità essenziale che richiede modelli di azione forti, condivisi ed efficaci.
Tra l’altro, in un momento in cui la crisi economica paralizza interi settori produttivi, la possibilità di investire sul territorio decine di milioni di euro per interventi di difesa idraulica che sono necessari in quanto strategici ai fini della messa in sicurezza dell’intero bacino dell’Arno, rappresenta un’opportunità rilevante per l’indotto economico, occupazionale e sociale che da esso può derivare. Ecco perché occorre proseguire con determinazione all’attuazione dell’accordo quadro "200 milioni", firmato nel 2005 dal ministro Matteoli e dal presidente Martini, ed in parte già finanziato».
In esso sono indicati gli interventi prioritari da effettuare per allontanare la paura di un nuovo 1966, ed è a tal fine essenziale contribuire ad accelerare i tempi delle progettazioni in capo agli enti locali, per poter addivenire quanto prima all’inizio dei lavori che sono, poi, la vera cartina di tornasole della "scommessa" a suo tempo fatta con la stipula dell’Intesa Istituzionale». «In tal senso, Conclude Checcucci – il ruolo dell’Autorità di bacino, insieme alla Regione Toscana, dovrà essere sempre più rivolto a realizzare un costante coordinamento e monitoraggio sullo stato di avanzamento delle opere e sulla valutazione anche economica dell’efficacia degli interventi, individuando se del caso le azioni correttive e sostitutive necessarie per i casi di ritardo o inadempienze nell’attuazione e proponendo, laddove opportuno, alle parti firmatarie, eventuali rimodulazioni del quadro delle azioni previste». Il caso di Roffia-Piaggioni può rappresentare il primo esempio in tal senso, avendo a disposizione oltre quattro milioni di euro ottenuti grazie ai ribassi d’asta del 33,9%, e potendo quindi procedere ad una eventuale riallocazione delle risorse risparmiate. I tempi previsti per la realizzazione dell’opera sono dell’ordine di tre anni.

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