Presentato il Piano di Gestione del Distretto dell’Appennino Settentrionale al Ministero dell’Ambiente. Il sottosegretario Roberto Menia relaziona in Commissione su questo importante step intermedio

Roma, 16 luglio 2009. Si è tenuta oggi al Ministero dell’Ambiente a Roma la presentazione dei Piani di Gestione delle acque, predisposti dalle Autorità di bacino nazionali, alla presenza di tutti i rappresentanti delle Regioni facenti parte degli 8 distretti nazionali.

Per l’Autorità di bacino dell’Arno – distretto Appennino Settentrionale – la riunione è stata presieduta dal Sottosegretario di Stato Roberto Menia, che è poi intervenuto in Commissione Ambiente della Camera per riferire anche in merito allo stato di attuazione del Piano di Gestione la cui scadenza,prevista per il prossimo 22 dicembre. dovrebbe consentire di evitare all’Italia una nuova procedura di infrazione in materia ambientale.

La proposta di Piano, da oggi pubblicata sul sito www.appenninosettentrionale.it, per la prevista fase di partecipazione pubblica e consultazione, ha ricevuto particolare apprezzamenti per l’elevato livello di dettaglio contenutistico e le modalità di riorganizzazione dei dati secondo il sistema di reportistica WISE previsto dalla UE.

Tale piano è il più importante strumento di pianificazione per la gestione della risorsa idrica a livello europeo. Nell’ottica di un governo unitario ed integrato di tutti gli usi delle acque (idropotabile, irriguo e industriale) ai fini del raggiungimento dell’obiettivo ambientale previsto in Europa e cioè lo stato buono al 2015, il piano si compone di un dettagliato quadro conoscitivo organizzato e rielaborato secondo standard europei, opportunamente implementato secondo quanto prescritto dalla direttiva "acque" del 2000, principale riferimento normativo per la protezione e il corretto uso delle acque.

Il piano organizza i circa 1700 corpi idrici individuati dalla Liguria fino alle Marche – acque superficiali, sotterranee e costiere – in un’unica banca dati in cui per ogni singolo corpo idrico è associata la sua localizzazione, il suo stato di salute e gli interventi necessari per raggiungere il buono stato complessivo e consentirne il corretto utilizzo.

Tutto ciò, supportato dalla "analisi economica": per la prima volta la sostenibilità ambientale e sociale degli interventi da attuare, dovrà coniugarsi con la sostenibilità economica e finanziaria. In ottemperanza del principio "chi inquina paga" e del criterio del "recupero dei costi" – compresi quelli ambientali – è stata elaborata una metodologia, che, sulla base di un sistema integrato di indicatori, consentirà la valutazione della citata sostenibilità. Attraverso una successiva attività di benchmarking sarà quindi possibile una comparazione nel tempo e nello spazio dell’efficacia delle misure prese.

"La valutazione costi / benefici sulla base dei risultati che l’analisi economica evidenzierà – afferma Gaia Checcucci – rappresenta l’avvio di un approccio innovativo in materia di governo della risorsa in cui gli interventi che si individueranno ed il loro livello di priorità, saranno il risultato di valutazioni non solo tecniche ma anche di natura economico-finanziaria. La sostenibilità rappresenta la miglior garanzia dell’efficacia delle misure intraprese e la certezza della loro attuazione".

Da oggi si apre un’ulteriore fase del lungo iter che porterà alla pubblicazione del Piano a fine anno, durante la quale tutti i cittadini che vorranno, potranno fornire il proprio contributo ai fini della redazione finale del Piano.

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