Toscana, negli ultimi due anni per le alluvioni oltre 500 milioni di danni. Nasce l’ufficio Arno e fiumi toscani al Provveditorato Opere Pubbliche di Firenze

Firenze, 26 ottobre 2013.  Sono oltre 500 milioni di euro i danni causati dalla alluvioni degli ultimi due anni in Toscana, di questi lo Stato ne ha riconosciuti 150 e versati solo 50. E’ il dato emerso stamattina nel corso dell’incontro a Firenze, convocato dal Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D’Angelis, per fare il punto della situazione sui danni e le problematiche create dal maltempo in Toscana e sullo stato dell’arte per le opere di difesa dalle alluvioni nel Bacino dell’Arno. All’incontro, presso il Provveditorato delle Opere Pubbliche, hanno partecipato Gaia Checcucci, Segretario dell’Autorità di Bacino dell’Arno, il Commissario per le Casse d’Espansione di Figline Valdarno Oreste Tavanti, la Regione Toscana e i sindaci dei Comuni di Figline Valdarno Riccardo Nocentini e l’assessore di San Miniato Maria Teresa Piampiani. Per superare i ritardi accumulati per le opere di difesa del fiume Arno e dei fiumi toscani e accelerarne la realizzazione, in particolare per le Casse d’Espansione di Figline Valdarno e San Miniato e per il canale scolmatore di Pisa, il Ministero ha messo a disposizione professionalità e uffici tecnici del Provveditorato alle Opere Pubbliche della Toscana, creando un vero e proprio “Ufficio Arno e fiumi toscani”.   “Le risorse arrivate dallo Stato per la Toscana – spiega il Sottosegretario Erasmo D’Angelis – non bastano ed è ora di invertire la tendenza puntando sulla prevenzione e sulla sicurezza e non sugli interventi in emergenza. Dei 900 milioni stimati come fabbisogno nazionale per il dissesto idrogeologico dal Ministero dell’Ambiente, nelle bozze della LFoto-Cambi-Conferenza-Alluvioni-Arno-Toscana25-10-13 014-Segge di Stabilità ne troviamo solo 30 per la difesa del suolo, praticamente niente. Serve un cambiamento in Parlamento arrivando almeno a 500 milioni e prevedendo di investire queste somme in modo continuativo nei prossimi 10 anni. Come dimostrano i dati sui danni degli ultimi anni le alluvioni sono ormai eventi sempre più frequenti, c’è bisogno di accelerare sulle opere di difesa dei nostri fiumi, per questo come Ministero, attraverso il Provveditorato alle Opere Pubbliche, mettiamo a disposizione degli enti locali uffici e competenze. A breve ci vedremo con gli enti interessati per superare i problemi burocratici che ancora restano per la realizzazione delle casse d’espansione e gli interventi sullo scolmatore”.

“Resta ancora molto da fare per il bacino dell’Arno – afferma Gaia Checcucci – lo stato dell’arte è migliorato ma non mi considero soddisfatta se penso che ci sono a disposizione 104 mln di euro del famoso accordo del 2005 per la messa in sicurezza di tutto il corso del fiume. E si tratta delle priorità rispetto al complesso degli interventi contenuti nella pianificazione del piano rischio idraulico del 1999. Rispetto a 104 milioni, solo il 50 % è stato utilizzato perché mancano ancora alcune progettazioni definitive e soprattutto siamo indietro con la realizzazione delle opere, dovendo recuperare un ritardo storico e superare complessità e burocrazia che tutt’ora rallentano la realizzazione di queste opere. C’è bisogno – continua Checcucci – dell’assunzione di responsabilità da parte di tutti per la più grande opera strategica infrastrutturale del nostro Paese, che è la lotta al dissesto idrogeologico con l’Arno che continua ad essere la seconda emergenza nazionale dopo il Vesuvio. A fronte di ciò occorrerebbe, oltre ad allentare i vincoli del Patto di Stabilità, una legge speciale che consenta di ridurre tempi e procedure autorizzative e di appalto per questo tipo di interventi.  Esprimo soddisfazione per la scelta del Sottosegretario D’Angelis di andare in questa direzione mettendo a disposizione un ufficio dedicato”.

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