Firma del Protocollo d’intesa per “L’approfondimento dello studio conoscitivo sull’acquifero pratese”

Si è tenuto oggi a Prato nella Sala Giunta di Palazzo comunale la Conferenza stampa per la presentazione del Protocollo d’intesa per “L’approfondimento dello studio conoscitivo sull’acquifero pratese”.

Tale protocollo rappresenta il secondo step del lavoro avviato dall’Autorità di bacino del fiume Arno in collaborazione con Publiacqua e la Provincia di Prato sulla modellazione idrogeologica in regime transitorio dell’acquifero.

I risultati hanno consentito la possibilità di aggiornare il bilancio idrico e di simulare la proiezione di tali previsioni fino al 2020 dimostrando come nonostante un aumento dei prelievi di circa 5 milioni di metri cubi vi sia comunque un surplus di 4 milioni di metri cubi di acqua rispetto alle previsioni contenute all’interno del “Piano bilancio idrico” dell’Autorità di bacino del fiume Arno.

Prendere piena coscienza delle indicazioni derivanti dalla modellazione del Protocollo del 2012 è stato ed è necessario per consentire alle amministrazioni e al soggetto gestore di avere il substrato conoscitivo, in termini quantitativi, funzionale ad un corretto utilizzo della risorsa e ad una razionalizzazione della stessa nonchè ad un corretto equilibrio fra i diversi usi.

Il Protocollo firmato oggi alla presenza del Sindaco di Prato Matteo Biffoni, dell’Assessore all’Ambiente ed alla Mobilità Filippo Alessi, del Segretario Generale dell’Autorità di bacino del fiume Arno Gaia Checcucci, del Presidente di Publiacqua Filippo Vannoni e del responsabile di AIT, si propone di aggiungere alla conoscenza del “quantum” un’approfondita analisi degli aspetti qualitativi: vuole approfondire gli aspetti non più legati alla sola quantità, ma come questa si leghi alla qualità delle acque presenti nel corpo idrico sotterraneo di Prato, ottimizzando e mettendo a sistema le reti di monitoraggio, individuando nuovi punti di misura, implementando un modello di trasporto, con specifico riferimento ai nitrati e agli organoalogenati, che permetta la simulazione dell’evoluzione degli stessi nel tempo e nello spazio.

Se da un lato la risalita della falda ha rappresentato e rappresenta un problema essa potrebbe diventare anche una grande opportunità.

Se gli studi e la modellazione previsti da questo Protocollo dovessero attestare una qualità buona dell’acqua presente nel sottosuolo ciò garantirebbe una marcata autosufficienza per l’area pratese dal punto di vista dell’approvvigionamento idrico e, contestualmente, un minor prelievo da Bilancino con evidenti vantaggi. Così non solo assolveremmo in pieno a quanto stabilito dalle Direttive Europee ma i problemi legati all’innalzamento del corpo idrico sotterraneo potrebbero essere affrontati con soluzioni diverse, inoltre alleggerendo la captazione da Bilancino sarebbe garantita la possibilità di prevedere dei rilasci più mirati e razionali volti a tutelare l’approvvigionamento idrico di Firenze per gli scopi idropotabili ma anche per assicurare il DMV (il deflusso minimo vitale) e salvaguardare così l’ecosistema fluviale e le necessità della città anche in anni particolarmente siccitosi.

I primi risultati di questo studio saranno inseriti come esempio di perseguimento dell’obiettivo di qualità previsto dalla Direttiva 2000/60/CE attraverso una corretta gestione quantitativa della risorsa.

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